giovedì 20 dicembre 2012

Brandelli di Natale

"Mamma, Babbo Natale  e la Befana sono sposati?"
(panico)
(che gli dico?)
(ma soprattutto: sono felicemente sposati, separati in casa o hanno già divorziato?)

"Mamma, la Befana se non sono bravo mi porta il carburante?"
"Bruco, si chiama carbone..."
(magari portasse il carburante)

"Mamma io fino a Natale voglio mettermi la maglietta dell'Inter"
"Bruco, sarebbe meglio di no"
"Perchè?"
"Perchè a scuola non è indicata"
"Allora la tengo sopra il pigiama"
"No. Cioè, no"
"Perchè?"
"Perchè... ci sudi. E poi va lavata ogni tanto. Ti metto quella a strisce orizzontali nere e azzurre"
"No, io vojo quella con lo stemma e col baffo"
(aiuto. ha solo 3 anni)

E poi ieri c'è stata la festa di Natale all'asilo, questo Natale che è il primo di cui ti rendi veramente conto e che noi non è che l'avessimo mai tanto festeggiato e invece adesso facciamo l'albero e prepariamo pacchettini per quegli amici che ci stanno sempre vicini e cospargiamo di colla tutto il parquet ma non importa.

E niente, a me i lustrini non è che mi piaccian tanto, e tutto lo spreco che si fa, e le convenzioni, le mail di auguri coi gattini travestiti da Babbi Natale che t'intasano la posta, le cene aziendali volemose bbene, i lavoretti a casa, la gatta che si mangia i rami del finto abete e poi vomita, il pranzo infinito, i canditi scartati e mille altre cose che tutti gli anni mi danno da pensare.

Però, lo devo dire, ieri quando sono entrata nel cortile della scuola e ti ho visto che cantavi la canzone delle renne, col tuo cappello da Spiderman e lo sguardo perso chissà dove, insieme ad altri cinquanta bimbetti tutti infagottati e qualche educatrice indefessa, mi sono commossa.

Soprattutto quando hai visto che ero lì, in mezzo agli altri genitori, e il tuo musetto si è allargato in un sorriso che nessuno mai me l'ha fatto, un sorriso così. E mi hai indicata col ditino e sei rimasto immobile con l'indice puntato a dire "eccoti, ti ho trovata e non ti mollo più".
Che babbazzo che sei.
E soprattutto che babbazza che sono io.
E vabbè, Buon Natale allora. 

Ps: Come da tradizione, alla lotteria di Natale non abbiamo vinto niente.
Pps: A Babbo Natale il Bruco ha chiesto: un'escavatrice gialla, una caserma dei pompieri, e un barattolo di miele "che me lo mangio tutto io intero".
Ppps: Io mi accontenterei che il pranzo con lo zio Davide e lo zio Jonny andasse un po' meglio dello scorso anno.

lunedì 17 dicembre 2012

Specchio specchio delle mie brame...

Al Nido trovi un po' ogni sorta di madri: quasi tutte sono di corsa, molte sono spettinate, alcune sono solo alla seconda tappa del giro consegna-figli, quasi tutte hanno le occhiaie e poche si ricordano come si chiamano.
E' l'effetto lattante, che per qualche mese o qualche anno (nel mio caso la seconda) ti riduce l'esistenza a una poltiglia dolciastra e indistinta con qualche serata di occasionale divertimento.
Poi ci sono anche le supermamme, quelle che alle 8 del mattino si presentano truccate e col tacco 12 all'ingresso dell'asilo, quelle che poi corrono in ufficio e sono altamente performanti, e che prima di sera vanno pure in palestra.
Ma di queste stronze parleremo un'altra volta.

Poi arrivi alla Scuola Materna. E tutto cambia. Quasi.
Qualche esponente del capello spettinato e tacco -12 c'è sempre (io tengo alto il valore della categoria) ma la tendenza generale è di un generico relax.
Almeno così mi era parso fino a pochi giorni fa.
Poi ho girato l'angolo e ho visto il "cantuccio dei lavoretti".

Flashback.
Alla riunione di classe a inizio mese viene comunicato a tutte le mamme di fare un lavoretto per Natale insieme al loro bimbo. Io non è che sia una grande esperta di craftwork, pur amandolo molto in via teorica e acquistando spesso prodotti artigianali.
Però, vabbè, s'ha da fà.
La domenica sera prima della consegna mi si accende la lampadina e mi ricordo (pessima) che per l'indomani serve il lavoretto.
Convoco il Bruco, ritagliamo un alberello di cartone da un ex imballaggio mobili, glielo faccio dipingere con le tempere e lo decoriamo con materiali di riciclo, tappi, fagioli secchi, quello che ho reperito in casa.
Non che sia uscita una meraviglia, però l'abbiamo fatto insieme.

Poi la mattina dopo lo portiamo, lo consegnamo, grazie grazie della maestra, io sto per andarmene quando sento la voce della bidella: "Però quelle della classe azzurra sono molto più creative".
Scusa??? No, dico, scusa????!!
Avete presente quando Griff dice "fifone" a Marty McFly? Quello.

La bidella ammicca al corridoio, io giro l'angolo e vedo.

Presepi in muschio vero e pelle umana con laghetti artificiali e pecore candite, renne di legno e rametti intarsiati oro come se piovesse, slitte adormate di frutti di bosco e noci come se non ci fosse un domani, alberi a grandezza naturale con rami decorati cuccagna style.
E capisco.
I lavoretti di Natale sono la versione per mamme dell'elezione per la Reginetta di bellezza.
E 'sticazzi.

Domanda numero uno: ma queste dove ce l'hanno il tempo?
Domanda numero due: quanto hanno speso in colorificio?
Domanda numero tre: i loro figli cosa facevano mentre le suddette creavano questi capolavori di craftwork natalizio?

E poi niente, mi son girata verso il nostro alberello sfigato e ho pensato che quando non ce l'hai nel DNA, di fare la Reginetta di bellezza, non ce l'hai nè a quindici anni nè a trentaquattro.

Però sai che c'è? L'anno prossimo baro anch'io e porto una versione a grandezza umana di quel ciccione di Babbo Natale con tutte le renne, gli elfi, e le slitte di 'sta ceppa.

(scherzo. forse.)


mercoledì 12 dicembre 2012

Miracoli prenatalizi

"Buongiorno Signora, volevamo solo dirle che il Bruco piange per il mal di pancia, ha fatto la cacca due volte e insomma forse sarebbe il caso di venirlo a prendere"

Se c'è una cosa che terrorizza le madri (o almeno terrorizza me) è vedere sul display del loro telefonino il numero dell'asilo. Io quando vedo la scritta "scuola materna" lampeggiare sul cellulare che anche vibra e pure suona, l'angoscia mi pervade le ossa.
Perchè se ti chiamano dall'asilo le opzioni possibili sono tre:
1- tuo figlio ha la febbre
2- tuo figlio ha cagato più di due volte
3- tuo figlio si è spaccato la testa dopo essere inciampato nei piedi di un compagno

(ci sono altre opzioni ma sono meno frequenti/probabili, tipo il terremoto, gli sconosciuti che s'infiltrano nel plesso scolastico e i pezzi di cotenna di maiale dentro le lasagne di Milano Ristorazione)

Ora, dovete sapere che negli ultimi 3 giorni di asilo del Bruco, questa chiamata del terrore che se rispondi sei morto stile The Ring io l'ho ricevuta 3 volte. No, dico, 3 volte.
Che poi spiegare al tuo capo, maschio e senza figli, che per tre giorni consecutivi devi uscire prima perchè tuo figlio caga troppo sa proprio di balla colossale.
Soprattutto se in ufficio i termosifoni sono guasti e si lavora con 10 gradi e i guanti indosso.

Così ieri, dopo aver chiamato il pediatra ed essermi fatta rassicurare sul fatto che l'indisposizione intestinale del Bruco potrebbe durare altri dieci giorni, ho chiamato la maestra dell'asilo e mostrando compostezza le ho detto:
"Senta, il Bruco si è appena scofanato due fette di torta e una banana, e ora sta facendo stage diving dal divano su una folla di pupazzi che comprende Batman, i Barbapapà, l'orsetto Teddy e la bambola cinese targata Ikea. Io credo che stia bene, e che non abbia mal di pancia. Domani lo porto a scuola, e a meno che non abbia crisi convulsive o attacchi di vomito incoercibile non chiamatemi"

"No ma infatti avevo il dubbio che potesse essere un capriccio... perchè poi lui non vuole mai dormire e forse..."

In tre anni di onorata carriera di madre, è la prima volta che metto in dubbio la buona fede del Bruco.
Ma a questo punto un po' lo conosco. E' un bambino parecchio sveglio, e in fondo non sarebbe stato normale se non ci avesse provato.

"Bruco senti allora visto che hai mal di pancia stasera ti faccio il riso bianco?"
"No! Vojo la pasta col pesto. E il polpettone col purè"
"Eh ma se hai mal di pancia come si fa? Si mangia leggero e si va a nanna subito..."
"Mi sa che mi è passato, mamma"
"Eh, Bruco, sotto Natale dice che capitano, i miracoli"

lunedì 3 dicembre 2012

Cose che capitano a chi

Dopo 5 giorni di latitanza e clausura dentro il Palazzo di Vetro, l'Interista è tornato da New York.
Cinque giorni che la sottoscritta ha trascorso rosicando e riflettendo sulla questione della (utopistica) parità dei sessi (ma soprattutto rosicando).

Perchè, anche se teoricamente una madre può andarsene via una settimana around the world esattamente come un padre, la verità è che per un padre resta assai più facile farlo, e soprattutto il nocciolo della questione non sono quei cinque giorni o quelle cinque ore in più di lavoro a settimana richieste, pretese o date per scontate: il nocciolo della questione è che le donne "non possono avere tutto", che poi è anche il titolo di un articolo molto discusso nelle ultime settimane, scritto da una tizia che sembrava averlo, quel tutto, e invece no.
Sto parlando di Anne-Marie Slaughter, una professoressa di scienze politiche a Princeton che aveva l'incarico di direttrice della pianificazione delle politiche al dipartimento di stato americano e che niente, a un certo punto si è licenziata perchè era 'impossibile' gestire il lavoro e la maternità, ovvero era impossibile avere tutto.
Se volete approfondire, qui trovate un articolo del Post sulla vicenda e sulle discussioni che ne son seguite, e qui l'articolo originale della Slaughter.

Personalmente, e parlo da privilegiata perchè ho la fortuna di lavorare in un posto che mi consente orari flessibili e di avere colleghi molto tolleranti, credo che in fatto di conciliazione siamo ancora agli albori della civiltà.
Tanto viene detto, poco viene fatto, periodicamente se ne riparla, ma il problema della conciliazione tra lavoro e famiglia è affidato pressochè esclusivamente alle risorse individuali (e non è problema solo nazionale).
Finita da un pezzo l'era delle famiglie allargate e dei bambini nei cortili, si può solo sperare di avere dei nonni disponibili, o tanti soldi per una brava babysitter.
Il fatto è che il problema va anche oltre a questo. Presumibilmente alla Slaughter non mancavano i soldi per la babysitter. Il problema è quell'"imperativo materno" per cui non esiste per le donne una vera scelta.
Comunque la si voglia pensare, i tempi e le modalità del lavoro andrebbero ripensati per tutte, e quindi per l'intera società, nell'idea di accompagnare e favorire la maternità, o anche solo di renderla meno difficile.

E comunque, dopo 5 giorni di rosicamento, l'Interista è tornato a casa di Orlando.

"Papà cosa mi hai portato da NiuYok?"
"Una cosa fichissima, Bruco"

E ha tirato fuori una foto. La foto più ridicola di sempre, un suo ritratto in posizione da battaglia insieme a tre tizi vestiti da Capitan America, Iron Man e Spiderman.
E il Bruco si è talmente innamorato di questa foto che stamattina ha voluto portarla a scuola.
Facendola vedere a tutti, maestre comprese, che se la passavano in corridoio ridacchiando sotto i baffi.
L'Interista sta ancora morendo di vergogna.
Io è da stamattina che ogni tanto ci penso e sogghigno con perfidia.

Del resto, sono cose che capitano a chi va cinque giorni a New York. O no?!