giovedì 8 marzo 2012

Parole parole parolacce

Il Bruco, come la maggior parte dei bambini, ama la prevedibilità ma ha il dono dell'imprevedibilità.
Nel senso che gli piacciono i rituali e i momenti che si ripetono uguali ogni giorno, ai quali però lui non reagisce sempre allo stesso modo.
Così ogni sera, a casa di Orlando, quando si va a letto non si sa mai a che ora ci si risveglierà: a volte alle 9 meno un quarto con conseguente accompagnamento al nido in ciabatte e carciofo in testa, a volte alle 3 con inserimenti plurimi di ciuccio per evitare l'evitabile.

Stanotte, a casa di Orlando, alle ore 00.40

Io e l'Interista posiamo finalmente sul materasso le nostre stanche membra di ultratrentenni.
E nello sciagurato istante in cui le doghe fanno "ciiiic", il Bruco chiama "maaaaaammaaaa...". Panico.

Emergenza ciuccio, in 6 secondi eccomi pronta col ... ma non l'ha perso, ce l'ha in bocca!?!
"Mammina, vojo letto gande"

Va bene, amore. Ti porto nel letto grande. Ma se ti porto nel letto grande con mammina e papino, fammi almeno la cortesia di dormire.
Invece no. E' stato sveglio fino alle 5, rigirandosi tra di noi come il cestello di una lavatrice impazzita.

Dopo sole 3 ore di sonno, stamattina mi alzo e mi trascino verso la cucina che manco a un provino per The Walking Dead. La Minuzza miagola, vuole da mangiare.
Prendo il piattino, ovviamente mi cade di mano e si frantuma al suolo.
"Cazzo!"

Una sagoma pigiamata e spettinata, bionda e bellissima ('tacci sua) fa capolino dalla sala.
Mi guarda con aria di rimprovero.

"Mamma! Hai detto cazzo"
"Eh amore, la mamma si è sbagliata, voleva dire che pazzo il papà a lasciare qui sul tavolo il piattino della Minù" (lo so, lo so, sto mentendo a mio figlio e sono una brutta persona)

Ma l'ho detto. Certo che l'ho detto. Ho dormito solo 3 ore, cazzo.

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